Renzi ha vinto: ora serve un’alternativa popolare
Inutile girarci intorno: Matteo Renzi ha vinto e adesso sarà il caso di farcene una ragione.
C’è chi, come il sottoscritto, vede in questo passaggio parlamentare, foriero di una
trasformazione strutturale della Costituzione, un altro tassello essenziale di quel Piano di
Rinascita Democratica del Venerabile Maestro Licio Gelli. Troppe circostanze, personaggi e
vicende dirette e collaterali convergono a sostegno di questa mia convinzione.
Persino nelle modalità in cui tale trasformazione dell’assetto costituzionale viene eseguita,
ossia nella totale illegittimità politica sostanziale di un capo del governo mai eletto in
Parlamento, usufruttuario del “golpe blanco “ del Novembre 2011 che ebbe come esecutore
materiale un Presidente della Repubblica dalla storia ambigua e ondivaga, tra fedeltà acritica
allo stalinismo trionfante e successiva conversione alle volontà prevalenti dei poteri finanziari
internazionali. Un’illegittimità, tanto più gravata da una maggioranza parlamentare farlocca di
“nominati”, eletti da una legge incostituzionale e drogata dall’apporto di voltagabbana
dell’ultima ora espressione del peggior trasformismo politico della storia parlamentare
C’è chi, con molta più competenza costituzionale del sottoscritto, come i proff. Gaetano
Azzariti, Lorenza Carlassare, Gianni Ferrara, Alessandro Pace, Stefano Rodotà, Massimo
Villone, su “Il manifesto” di ieri hanno scritto della “peggiore riforma”, considerato che:” La
proposta di legge costituzionale che il Senato voterà oggi dissolve l’identità della Repubblica
nata dalla Resistenza. È inaccettabile per il metodo e i contenuti; lo è ancor di più in rapporto
alla legge elettorale già approvata.”
Alla fine gli illustri costituzionalisti concludono con un appello :” Bisogna dunque battersi
contro questa modifica della Costituzione. Facendo mancare il voto favorevole della
maggioranza assoluta dei componenti in seconda deliberazione. E poi con una battaglia
referendaria come quella che fece cadere nel 2006, con il voto del popolo italiano, la riforma —
parimenti stravolgente — approvata dal centrodestra.”
Lodevoli propositi ma, almeno credo, privi di una concreta possibilità di riuscita.
Nella situazione politica in cui ci ha condotto “ il Bomba” fiorentino con un partito, il PD, nel
quale, tranne pochi piccoli indiani, si sono ritrovati tutti uniti in un compromesso ridicolo e
con l’avallo di accoliti senza speranza e l’apporto, ancorché superfluo, del drappello
mercenario verdiniano, ciò che più ci addolora è l’assenza pressoché totale della voce dei
Tranne Mario Mauro dei Popolari per l’Italia, Carlo Giovanardi del NCD e pochi altri, nessuna
voce si è levata contro ciò che Renzi con lucida determinazione ha conseguito sino
all’approvazione parlamentare, pressoché definitiva, considerata la sicura passeggiata per il
quarto voto della Camera dei Deputati drogata dal “porcellum”.
Ho scritto di noi, di un movimento sgarruppato, almeno nella sua frantumata residua
rappresentanza parlamentare, frantumato anche nella vasta galassia di associazioni,
movimenti, gruppi che caratterizzano la complessa realtà sociale, culturale e politica dell’area
popolare e di ispirazione democratico cristiana. Un movimento diviso tra chi, come l’ormai
finito NCD (esploso in data odierna, dopo l’ultima battaglia perduta con Renzi sul tema dei
diritti civili e l’annunciato voto contrario alla fiducia del sen Giovanardi e dell’On Roccella, che
fa loro onore) continua con Alfano a tenere il bordone al giovin signore fiorentino; chi, come
gli Onn. Tabacci e Dellai, se non sono ancora formalmente parte del PD, hanno già messo un
piede sull’uscio e altri, come varie Federazioni popolari costituite o costituende sembra
trovino residue difficoltà a condividere un comun sentire e a impegnarsi nella costruzione del
nuovo soggetto politico. Eppure serve un’ autentica e credibile seconda gamba del sistema, in
grado di rappresentare un’alternativa per quel 50% di elettori italiani che non vanno a votare
e che non si ritengono rappresentati nello schema artificiosamente bipolare Renzi- Grillo o
Renzi-Salvini. Non si tratta di ricostruire un contro destra contro l’ircocervo trasformista
renziano, ma di costruire ex novo una seconda gamba credibile e alternativa di governo del
Nasce da tale consapevolezza, aggravata dal permanere, salvo prova contraria, della legge
elettorale super truffa dell’Italicum (premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione) la
nostra idea di concorrere a costruire insieme a quanti sono disponibili il nuovo soggetto
politico laico, democratico, popolare, liberale, riformista, europeista, trans nazionale, ispirato
ai valori dell’umanesimo cristiano, inserito a pieno titolo nel PPE, alternativo al socialismo
trasformista renziano e ai populismi estremi.
Abbiamo già messo in cantiere, come gruppo dei Popolari italiani firmatari del documento di
Rovereto, otto-nove assemblee regionali entro fine anno, per concorrere tutti insieme a
Gennaio, nel Forum nazionale dell’alternativa popolare, per far partire il nuovo soggetto
www.alefpopolaritaliani.eu
www.insiemeweb.net
www.don-chisciotte.net
Venezia, Mercoledì, 14 Ottobre 2015